Riserve strategiche in bitcoin, avevi pensato a questo aspetto?
vediamo qualche punto di vista
Considerare positivamente o negativamente le recenti proposte da parte di alcune nazioni di mettere bitcoin a riserva nazionale, non è necessariamente una scelta semplice o priva di sfumature. Che per un bitcoiner possa essere un bene o un male può avere molti punti di vista. Alcuni, sia a favore che contro, rientrano nella teoria dei giochi e altri no, ognuno avrà un peso nella propria valutazione finale a seconda dei propri incentivi ed etica, vediamone alcuni.
Il più ovvio è il beneficio economico. Nazioni o banche centrali possiedono un potere d’acquisto superiore anche alle grandi aziende quotate che già hanno iniziato ad acquistare, se aggiungiamo anche la loro facoltà di stampare moneta è facile capire quale pressione d’acquisto genererebbero. 1) Alla bitcoiner Alice preme sopratutto beneficiare economicamente del futuro equilibrio che domanda in crescita e offerta rigida ritroveranno, quindi spera che le proposte di riserve si realizzino.
Non necessariamente però un bitcoiner potrebbe avere come come suo massimo incentivo l’incremento rapido del suo potere d’acquisto (tipico soprattutto degli shitcoiner e trader ludopatici) . Qualcuno potrebbe preferirei che la domanda venisse da individui piuttosto che da grosse entità per più motivi.
2) Il bitcoiner Bob è altruista: preferisce che siano altre persone a goderne economicamente piuttosto che gli Stati, anche a scapito di un accrescimento del proprio potere d’acquisto più lento, e sopratutto a scapito della differenza tra il suo potere d’acquisto e quello della sua cerchia: più persone, anche grazie alla sua guida, avranno tempo di abbracciare, capire ed adottare bitcoin, e meno sarà il differenziale tra la sua ricchezza e quella media della sua cerchia. L’uomo non vive infatti costantemente paragonandosi agli altri e ha il solo scopo di farsi bello sui social fotografandosi con la nuova Lambo? Non c’è più gusto se il suo vicino di casa può vantare solo una Panda, invece che una Ferrari? E poi l’altruismo non rientra nella teoria dei giochi, o sì? Bob sembrerebbe più interessato al bene comune che al proprio, bitcoin è meritocratico: prima ci dedichi tempo, prima lo comprendi e prima lo adotti. Ma Bob potrebbe vedere la cosa da un altro punto di vista: il suo è un approccio egoistico nell’accezione positiva (Randiana) del termine, solo meno evidente, o meglio: a più bassa preferenza temporale. E’ convinto che un’adozione più lenta e diffusa tra le singole persone, sia più robusta e duratura di un’adozione rapida tramite Stati, banche centrali ed eETF; a tutti gli effetti lui sta pensando al proprio bene ( e dei suoi figli e nipoti ) in un’ottica di indipendenza stabile e definitiva fuori dal sistema monetario Fiat, quindi di più lungo periodo, piuttosto che di un rapido miglioramento della propria condizione economica ma con la paura di dover prendere profitto in fiat al momento giusto, prima che grandi detentori possano cominciare a farlo.
3) Carl è invece preoccupato del fatto che btc debba essere prima di tutto moneta, se venisse accumulata in grandi quantità solo come riserva di valore, e non circolasse p2p , avrà perso la sua funzione di mezzo di scambio. Carl come Bob, anche se per altri motivi, preferirebbe che bitcoin rimanesse nelle mani degli individui, così come vorrebbe che questi non acquistassero ETF spot, ma che controllassero le proprie chiavi private.
4) David invece è preoccupato invece dell’inflazione, 5) Erik della possibile volatilità negativa che gli Stati potrebbero causare. Si domandano se un troppo rapido aumento del controvalore fiat di bitcoin, possa essere un elemento inflattivo sopratutto per chiunque non detenga valuta sana. Cosa ne faranno gli Stati dei bitcoin a riserva, una volta che il valore di carico dovesse fare x10? A meno che per allora gli Stati siano arrivati a maturare l’idea che bitcoin è davvero oro digitale, e che quindi come con l’oro fisico tendano a non venderlo per mantenere un minimo di credibilità sui mercati, è più probabile che vogliano venderlo per rifinanziare i loro assurdi debiti, o che nel caso delle banche centrali, lo usino come controvalore per stampare altra moneta fiat, con uno shock sul mercato dovuto all’effetto Cantillon nel seguente meccanismo. Lo stato vende i propri bitcoin sul mercato, aumentando la quantità di bitcoin disponibili per la vendita. Ciò potrebbe far diminuire nel breve il prezzo di bitcoin, poiché la domanda potrebbe non aumentare immediatamente all’aumentare dell'offerta. Gli acquirenti dei grandi volumi di bitcoin venduti dallo Stato saranno probabilmente in gran parte istituzioni finanziarie, le uniche che potranno permettersi tali volumi ( i privati non potrebbero mai assorbire da soli certe quantità), come banche e fondi di investimento. Queste istituzioni finanziarie potrebbero utilizzare i bitcoin acquistati per coprire le loro posizioni short o per investire in altri strumenti finanziari, generando bolle su altri mercati. Tuttavia, se lo Stato utilizza i fondi ottenuti dalla vendita dei bitcoin per ripagare (o più probabilmente rifinanziare) i debiti o la spesa pubblica, aumenterebbe la quantità di denaro fiat in circolazione. Se la produzione di beni e servizi non aumenta (e non lo farà) allo stesso ritmo della massa monetaria, i prezzi aumenteranno. Entrambi sono quindi preoccupati che nazioni e banche centrali possano accumulare bitcoin.
6) Fil è fiducioso, è un bitcoiner di vecchia data ed è convinto che le cose andranno per il verso che ha sempre creduto: alla fine tutti gli attori di mercato, Stati e banche centrali comprese, dovranno arrendersi al fatto che bitcoin è inarrestabile. Non tutte prenderanno la stessa strada: le nazioni più piccole, prime tra tutte quelle senza una valuta nazionale, sulla scia di El Salvador adotteranno prima il dollaro e poi al declino di questo la popolazione si sposterà gradualmente su bitcoin; saranno le prime a usare bitcoin anche come unità di conto. Al contrario le nazioni oggi più forti saranno le ultime a cedere, e dopo una fase iniziale dove su bitcoin cercheranno soltanto di fare profitto, e di conseguenza aver diluito ancora la propria valuta, saranno comunque costrette a detenere bitcoin per non perdere credibilità. Alcune finiranno con un bitcoin standard con valuta legate alle riserve, altre falliranno definitivamente in iperinflazione, e altre lo adotteranno, ufficialmente o meno, come valuta. Infine tra qualche centinaio di anni, il concetto stesso di Stato potrebbe non esistere finalmente più. Leggi Rothbard e bitcoin: come funzionerebbe un mondo senza Stati
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